Ville storiche - Comune di Felino

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Ville storiche

Le ville e gli edifici di rilevanza storica presenti nel Comune di Felino sono numerosi, tutte appartenenti a privati, e quindi non aperti al pubblico ma apprezzabili solo dall'esterno.

 

Villa Branchi (Felino)

 

Fronteggia la villa Gambara e i muri di cinta delimitano una strada un tempo chiamata "strada delle tre pietre".

E' una tipica villa primo ottocento tetragona e a due piani, ma senza altana in sommità. Pur nella sua lineare semplicità appare di una certa eleganza, resa più evidente da un'antistante giardino composto da alti cedri deodaria, aiuole ben tenute, l'immancabile peschiera circolare e l'altura che copre l'antica ex-ghiacciaia. La disposizione dell'interno è quella comune alle altre ville d'epoca: anditi centrali e stanze laterali. Esistono inoltre alcuni fabbricati minori ad uso servizio, fiancheggianti la villa, con questa simmetrici e ben armonizzati nella loro costruzione.E' stata edificata nel 1815-20 dal dott.nob.Vincenzo Cristiani (1780-1840) di Aulla. Il dott. Vincenzo la lasciò in eredità, nel 1840, al figlio Ulisse (1834-1896) che non seppe mantenerla e la vendette nel 1888 al Sig. Anacleto Branchi fu Giovanni di Felino a "cancelli chiusi" unitamente a quattro poderi denominati "Pantaro, Broglia, Torretta, Casino": tutto il mobilio fu valutato L. 3.500. Attualmente è di proprietà della famiglia Amoretti.

 

Villa e Parco Camount Caimi (Felino)

 

Fra le ville più significative del felinese, situata lungo la pedemontana, si distingue Villa Caumont Caimi per il suo vasto parco disposto secondo le leggi prospettiche dei giardini francesi, sull'esempio delle corti ducali di Colorno e Sala Baganza. Sin dal 1683 il complesso è racchiuso da una lunga cinta muraria in sasso che, oltre alla villa, comprende il parco, i rustici e le scuderie. Nel 1839, il conte Francesco Caimi affidò all'architetto Giuseppe Rizzardi Pollini la trasformazione della villa in stile tardo-Impero. Il genero Henry Caumont modificò in seguito ulteriormente la villa e fece ricostruire nel 1873 dal capomastro Lodovico Tagliavini i rustici a sinistra dell'ingresso in stile nordico-goticheggiante. La villa padronale è costituita da un corpo centrale a due piani affiancato da due ali, con atrioquadriportico a pianterreno. Degna di menzione la cancellata d'ingresso in ferro battuto disposta ad emiciclo. E' tuttora abitata dai discendenti dei Conti Caimi.

Un lungo muro di cinta, che segue i primi dolci declivi del paese di Felino, racchiude l'ampio e splendido parco della Villa Caumont Caimi, cosparso di gruppi di pregevoli essenze. L'andamento del terreno su cui sorge il parco, in parte è pianeggiante in parte si inerpica dolcemente sui primi dossi collinari, dove, fino a non molto tempo fa, vi era un vigneto di viti francesi di Sauvignon. Le essenze più interessanti sono rappresentate da specie di conifere, che frammiste a latifoglie, notevoli anch'esse per dimensioni e portamento conferiscono al parco un aspetto accogliente anche durante il periodo invernale, quando tutti gli altri alberi sono spogli. Sul lato destro della villa, due sequoie attirano l'attenzione anche del profano. Esse sono ben inserite in un gruppo policromo formato da due cedri, due querce ed un bell'esemplare di acero campestre dall'ampissima chioma.

Accanto a questo gruppo si trova un maestoso esemplare di abete rosso, un albero molto diffuso nei giardini, ma difficile a vedersi nella piena integrità così come è stata conservata in questo esemplare, con i rami più bassi adagiati sul terreno, indice del rispetto per la sua forma originaria.

Le sequpie viventi nel parco hanno ltre un secolo di età: vi furono impiantate poco dopo la loro introduzione in Europa, che avvenne nel 1845. Si tratta di alberi di dimensioni notevoli, che, nel loro paese d'origine, la California, possono superare i 100 mt. di altezza e posseggono una corteccia rossastra molto spessa.

In una delle ultime propaggini boschive del parco, nascosta da altre piante, cresce un'altra conifera esotica, (della famiglia delle Pinacee, originaria delle regioni fredde del Nordamerica) la Tsuga canadensis, che è simile nell'aspetto ai nostri abeti. Inoltre esistono nel parco diversi esemplari di Cryptomeria japonica, di Taxodium disticum e di tassi particolarmente interessanti per la diversità di habitat da cui provengono, si hanno inoltre altre piante del gruppo delle conifere: un abete di Spagna, un abete greco. Fra le latifoglie, un gigantesco platano, anch'esso rispettato nella sua forma, trova, in piena luce, lo spazio per una crescita libera, senza costrizioni e drastiche potature.

Infine al limite del parco sui primi pendii si trova un piccolo boschetto di castagni.

 

Villa Ceci (San Michelino Gatti)

 

Di fronte alla chiesetta parrocchiale si erge questa villa seicentesca la quale ha il pregio di conservare, come poche altre, inalterate le sue originarie caratteristiche costruttive ed architettoniche. Esattamente tetragona e sormontata da una torretta centrale chiusa a colombaia, è edificata in sasso a vista interclato da corduli, cornici e cornicioni in cotto, mentre le finestre al piano terreno sono munite di eleganti inferriate in ferro battuto. Cintata da un lungo muro come le ville del XVII secolo, vi si accede attualmente dal cancelletto lato sud, verso la chiesa. L'antica entrata principale si apriva sul lato nord dove si erge tuttorae un piccolo padiglione, che disponeva di un ridotto alloggio per il custode al piano superiore, il quale è stato costruito su un'arcata di ponte a cavalcione del Rio Bertone; per questo è denominato "la Venezia". L'interno della villa offre un grande andito centrale a volto, a metà del quale inizia un ampio scalone con aperture e ripiani sostenuti da arcate mozze, di bellissimo effetto. Nel primo ripiano esistono due nicchie con antiche statue in legno raffiguranti la Vergine e Santa Caterina; l'intera scala è abbellita da un'artistica ringhiera in ferro battuto. Le sale laterali sono pure a volto, con cornicioni sul pulvino e grandi camini seicenteschi. Questo interessante edificio fu parzialmente costruito nel 1636, ampliato nel 1655 e completato in epoca successiva. E' appartenuto per alcuni secoli alla famiglia Mussi che la cedetta al Cav.Alfredo Ceci i cui figli sono gli attuali proprietari.

 

Villa Monguidi (San Michele Gatti)

 

Edificio a due piani composto di tre corpi distinti ad U, con imponente arco secentesco di accesso al cortile.

Di scarso interesse l'interno e di maggior rilievo è la cappella con cupola circolare prospiciente la strada provinciale. Eretta nel 1735 in onore di S. Giovanni Battista, ampliata con una seconda navata a mò di croce greca nel 1901 per iniziativa delle Dame Orsoline. La villa fu costruita dalla famiglia Monguidi, parmense di origine toscana, che l'abbellì di frutteti e giardini.

Passò, dopo la breve parentesi (1850-90)della proprietà Armani, alla Dame Orsoline ancora proprietarie della villa.

 

Il Torrione (Felino)

 

Antico e caratteristico fabbricato risalente al sec. XIV, già di proprietà del conte Federico Caumont-Caimi, dal 1950 passato alla famiglia Adorni. Costruito in pietra fluviale è ritenuto un avamposto del Castello. Degna di nota è la bifora sullato sud, sia pure in parte manomessa nella colonnetta centrale. Gabella del Sale (Via Matteotti) Databile al secolo XIV, ebbe probabilmente funzioni di stazione daziaria oppure di posto di guardia. Tre sono le stanze che si sovrappongono e al piano terra la pavimentazione a ciottoli appare tuttora integra. Fece parte di un gruppo di torri assai vicine l 'una
all' altra ora andate distrutte. Su via Matteotti un arco a tutto sesto, ora cieco, ed una finestrella al sottotetto attualmente semichiusa, ma interessante per il davanzale in arenaria fortemente sporgente, è quanto rimane della primitiva costruzione. La famiglia Cavalieri è attualmente proprietaria dell'edificio.

 

Farmacia Bracchi (Felino)

Forse un primo nucleo era già esistente tra XI e XII secolo e la tipologia (due immobili rustici a pianta rettangolare a pian terreno) rifletteva i caratteri tipici dell'epoca, ancora riscontrabili in centri rurali appenninici. In una seconda fase (fine XIV secolo) si ebbe l'accorpamento dei due nuclei; alla fine del' 500 (terza fase) si registra un assetto e un ampliamento; ulteriori modifiche si ebbero alla fine del XVIII secolo con chiarificazione delle tradizionali funzioni artigianali - commerciali dei locali di piano terra. Particolarmente significativo l'intervento di recupero, sensibile alla rivalutazione dell'antica struttura e nell'accorto inserimento di moderni materiali nella stessa pur cambiando la destinazione degli ambienti. Casermone (Via Molino) La torre centrale dell'edificio è databile al sec. XIV ma nulla si sa delle sue origini. E' presumibile si trattasse di un posto di guardia. Negli ultimi decenni fu proprietà dei fratelli Branchi i cui eredi lo cedettero con annessa villa e podere a Luigi Bocchialini. Attualmente è di proprietà dei fratelli Ughi che l'hanno trasformata in elegante residenza.

 

Villa Gambara (Felino)

 

Residenza edificata in due tempi: prima del 1750 probabilmente dai fratelli Benelani e poi tra il 1817 e il 1821, mediante ristrutturazione, dal canonico Mons. Dott. Francesco Cristiani, (m. 1840) nativo e proveniente da Aulla. E' a pianta quadrangolare con torretta centrale.
E' stata restaurata una prima volta nel 1919 e recentemente riportata al suo antico splendore dall'attuale proprietario Dr. Gambara Thovazzi Luigi. E' una modesta villa a due piani, seppure di discrete proporzioni , e presenta l'unico pregio di essere rimasta inalterata nel suo interno anche con i restauri apportativi, sì da esibirsi ancora come tipico esemplare primo '800; particolarmente nel suo ambito centrale con volto a botte decorato con fascioni e con lo stemma della nobile famiglia Cristani sui due frontoni. Di rilievo anche un salotto laterale con volta a padiglione. La villa è circondata da un piccolo giardino ricco di ombre e riposante, con una montagnola che copre una antica ghiacciaia.

 
 
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